I Nativi Americani nei ritratti di Bruno Pollacci
Quando nell’Ottocento i Nativi Americani furono relegati nelle “riserve”, alcuni fotografi andarono a fotografarli per soddisfare la curiosità di molti che non li avevano mai visti da vicino, nei dettagli anatomici, con il loro vestiario tradizionale e con le loro acconciature.
I cosiddetti “pellerossa” furono depredati delle proprie terre, aspramente combattuti e quasi sterminati dal governo degli U.S.A. ed il senso la sconfitta e della perdita delle terre e della libertà era in loro molto profondo.
Solitamente i grandi capi ed i giovani guerrieri, davanti ai fotografi mantenevano un atteggiamento fiero, orgoglioso della propria identità, mentre la maggior parte degli anziani , quando si ritrovarono in posa davanti ai fotografi, manifestarono espressioni di grande sconforto, di tristezza e di sconfitta esistenziale.
Così ci ricoBruno Pollacci, pittore, grafico, scultore, fotografo, poeta e direttore dell’Accademia d’arte di Pisa, ideatore e curatore dei programmi radiofonici e web di musica Jazz e Blues “Animajazz” e “Blues Fires”.
“Essendo sempre stato dalla parte dei Nativi – chi ha visto le mostre dei suoi lavori a Pisa e Lucca per esempio, lo ha sentito col cuore – ed avendo una collezione di oltre 200 immagini fotografiche d’epoca di quel periodo, ne presi spunto e testimonianza per realizzare molte opere sul tema e questo ritratto di giovane capo guerriero, è uno tra quelli nei quali ho cercato di cogliere quel sentimento di fiera identità, orgoglio e determinazione. Questa mia opera ad acquerello, che ha fatto parte di molte mie mostre personale sul tema, è dedicata al Popolo dei Nativi con la mia forte solidarietà e vicinanza ideale.”