“L’ultimo giorno del pastore”, di Lorenzo Maffei. Un libro che aiuta a riscoprire la meraviglia di esistere.

Scardinare la realtà, cercare la liberazione nell’essenziale, nella nudità e nei bisogni primari. Trovare il tempo per un po’ di umanità, e provare a vedere la meraviglia e il prodigio che costellano le esistenze più semplici: questo è il filo conduttore di un racconto epifanico che scuote nel profondo. Leggetelo d’un fiato, senza dimenticare di fare sogni ribelli.

L’ha scritto Lorenzo Maffei, giornalista e saggista lucchese, che ora si cimenta anche con la narrativa e lo fa con un racconto epifanico.

Il suo “L’ultimo giorno del pastore” edito in formato digitale dalla Oakmond publishing è uscito nei giorni scorsi e lo si può agevolmente trovare in vendita on line. Si tratta di un testo asciutto, dolce e insieme ribelle, bizzarro. Leggerlo sarà una vera sorpresa, è una storia evocativa che scuote nel profondo. Solo apparentemente sembra leggera o d’altri tempi.

Il filo conduttore? Scardinare la realtà, cercare la liberazione nell’essenziale, nella nudità e nei bisogni primari. Trovare il tempo di leggerlo è un invito a riscoprire un po’ di umanità e a provare a vedere la meraviglia e il prodigio che costellano le esistenze più semplici. Leggerlo d’un fiato genererà sogni ribelli. Maggiori informazioni qui.